“Pasticcio” su fusione Bienno-Prestine

58 cittadini hanno firmato (senza saperlo) per il ricorso contro il referendum di unione dei due Comuni. ll motivo riguarda il voto all'estero.

(red.) La fusione tra i Comuni bresciani di Prestine e Bienno, per opera dell’incorporazione del primo nel secondo, potrebbe richiedere più tempo rispetto a quello previsto. Il motivo riguarda un ricorso che 58 cittadini dei due enti locali hanno presentato al Tar di Brescia contro l’esito positivo. Secondo quanto scrive il Giornale di Brescia, infatti, i ricorrenti lamentano il fatto che i prestinesi e biennesi residenti all’estero non sarebbero stati coinvolti nel referendum che si è votato il 20 dicembre. Il documento presentato al tribunale di via Carlo Zima chiede, quindi, di annullare l’indizione del voto, l’esito e la delibera del consiglio comunale dell’8 gennaio che ha certificato la fusione. Di fatto si tratta di un ostacolo, visto che le carte sulla fusione erano già state inviate alla Regione Lombardia in attesa del decreto che confermasse l’unione tra i due Comuni.
Ma a rendere la situazione più caotica si aggiunge il fatto che molti dei 58 ricorrenti non sanno nemmeno di aver firmato per il ricorso. Pensavano si trattasse di una raccolta di firme contro la fusione, invece stanno bloccando la pratica. Il sindaco Franco Monchieri ha annunciato che martedì 1 marzo scriverà alle famiglie, mentre per venerdì 4 è stata indetta un’assemblea pubblica. Il Comune di Prestine si opporrà al ricorso, ma con un rischio. Se la giustizia amministrativa ci metterà tempo, i prestinesi potrebbero non votare a maggio e quindi non avere rappresentanti nel consiglio comunale di Bienno.