M5S, Crimi: “Possibili azioni eclatanti”

Lo ha detto l'ex capogruppo dei senatori grillini in riferimento alla vicenda Gambaro, per la quale il Movimento sta valutando l'espulsione dal gruppo.

(red.) “Per correttezza preciso che la convocazione della riunione congiunta dei gruppi di camera e senato del m5s per valutare le azioni da intraprendere nei confronti della senatrce Gambaro, é iniziativa diretta del sottoscritto Vito Crimi capogruppo uscente e del capogruppo entrante Nicola Morra. Iniziativa necessaria al fine di affrontare in modo definitivo la questione, ormai improcrastinabile, nella sede prevista dai nostri regolamenti”.
Lo afferma, in post pubblicato su Facebook , il “cinque stelle” bresciano Vito Crimi, ex capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato.
il riferimento è alla decisione di valutare collegialmente l’ipotesi di “espulsione” dal Movimento della senatrice Adele Gamabaro, che nei giorni scorsi è stata protagonista di un feroce botta e risposta con il leader dei cinque stelle Beppe Grillo.
La tensione rimane altissima in casa del M5S tanto che Crimi, a fianco del nuovo leader Nicola Morra, ha annunciato che non si escludono conseguenze estreme: “Il Parlamento è impotente e io non escludo che da parte nostra si possa arrivare a gesti eclatanti”. Azioni choc nel caso l’assemblea congiunta decidesse di non votare l’espulsione della senatrice Adele Gambaro.
Secondo la ricostruzione del Quotidiano Nazionale e de La Stampa, il leader potrebbe ritirare il simbolo o chiedere a tutti i parlamentari di dimittersi. Un’eventualità drastica ma che in pochi si sentono di escludere, soprattutto se i numeri dei potenziali dissidenti si aggirasse davvero sui sessanta tra deputati e senatori.
Crimi poi si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa affermando di non essere un “burattino nelle mani di Grillo”, sottolineando che “in realtà io condivido appieno le cose che scrive. Alcuni post”, ha aggiunto, “sarebbero da incorniciare perchè esprimono esattamente quel che proviamo noi qui dentro”. Tanto che nemmeno il post sul Parlamento tomba maleodorante, dice, lo ha fatto tentennare. “Il giorno prima mi trovavo a Brescia”, ha raccontato, “e cercavo di esprimere lo stesso concetto, l’impotenza che proviamo. Lui l’ha spiegato alla perfezione”.