Il Pd lombardo presenta le prime 17mila firme per la riforma della sanità

Obbiettivo modificare la legge regionale n. 33 del 2009, ritoccata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del 2021 con l'obiettivo di «riscrivere i principi, togliendo l'equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata».

Milano. Il gruppo del Pd Lombardia ha presentato e depositato le prime 17mila firme – su oltre 100mila raccolte – a sostegno della legge di iniziativa popolare di riforma della sanità lombarda.
Per rendere valida la proposta di legge
di iniziativa popolare, che fu presentata lo scorso febbraio alla presenza anche della segretaria dem Elly Schlein, ne sono sufficienti 5mila.
Il Pdl va nella stessa direzione del disegno di legge del Pd nazionale,
presentato in Parlamento, per portare il finanziamento della sanità al 7,5% del Pil.

Composto da due articoli, punta a modificare la legge regionale n. 33 del 2009, ritoccata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del 2021 con l’obiettivo di «riscrivere i principi, togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e obbligando la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni maggiormente necessarie».
«Vogliamo dire basta alle liste d’attesa che fanno arricchire alcuni e lasciano nello sconforto tanti lombardi – dichiara il capogruppo dem Pierfrancesco Majorino -. I punti principali sono il superamento dell’equivalenza fra pubblico e privato, il rilancio della medicina territoriale e il sostegno alla prevenzione, spesso dimenticata dalla giunta regionale».

«Chiediamo, inoltre, che entri subito in funzione il Centro unico di prenotazione (Cup) per contrastare la vergogna delle liste d’attesa».
Alla presentazione hanno partecipato anche diversi consiglieri regionali del Pd tra cui la bresciana Miriam Cominelli.
Secondo la segretaria del Pd regionale Silvia Roggiani, «la sanità lombarda ha tante eccellenze, ma nulla hanno a che vedere con questa giunta. Chiediamo a Fontana di mettersi in ascolto delle storie delle tante persone che sono sotto ricatto, o pagano o devono rinunciare a curarsi, e cambiare la sanità in Lombardia».