Omicidio Diva Borin, in Appello chiesti 14 anni per Salvatore Spina

L'ex tuttofare dell'anziana, trovata morta nella sua casa nel 2019, era stato assolto con formula piena dall'accusa di omicidio volontario in primo grado.

Urago Mella. Quattordici anni di carcere per  omicidio volontario per Salvatore Spina, il 40enne accusato di avere ucciso l’anziana Diva Borin, trovata senza vita il 2 marzo del 2019 nel suo appartamento di via Bellini ad Urago Mella.
E’ la richiesta della Procura generale nel processo di Appello che si è aperto questo venerdì in Corte d’Assise a Brescia.
L’uomo, tuttofare della donna, vedova da tempo e a cui era morto , anni prima, anche l’unico figlio, unico imputato nel processo per il presunto omicidio della 86enne, era stato assolto con formula piena in primo grado. 
La Procura di Brescia ha però impugnato la sentenza di primo grado e, nella mattinata di questo venerdì 29 marzo, si è aperto il processo di secondo grado alla Corte d’Assise di Brescia. Il 40enne è accusato di omicidio volontario.

Secondo il pm, Spina avrebbe ucciso l’anziana, strozzandola con un foulard, dopo avere scoperto che l’86enne aveva deciso di estrometterlo dall’eredità per lasciare parte dei beni alla nuova badante. L’uomo, secondo la Procura, si sarebbe creato un alibi presentandosi, il mattino dopo il decesso della donna, nella sua abitazione, con una testimone, così come il fatto che Spina, giunto nell’appartamento della vedova, toccasse il foulard che la donna aveva attorno al collo, fingendo di soccorrerla, e lasciando così il proprio Dna, già presente sull’indumento. Inoltre, secondo il perito del giudice, Diva Borin  potrebbe essere stata uccisa anche 24 ore prima del rinvenimento del suo cadavere. Per il pm questo rilievo non può escludere che sia stata uccisa la sera precedente, le 19.30 e le 20.30, quando Spina si trovava a casa dell’anziana.
La sentenza è attesa in giornata.