Caso Bozzoli, questo lunedì la sentenza in Cassazione

Questo lunedì Giacomo Bozzoli, unico imputato per la scompasa dello zio, avvenuta quasi 9 anni fa a Marcheno, conoscerà il suo destino giudiziario. In primo e secondo grado è stato condannato all'ergastolo.

Brescia. Sarà deciso questo lunedì 1° luglio a Roma, in Cassazione, il destino giudiziario di Giacomo Bozzoli, il nipote di Mario Bozzoli, 50enne contitolare di una fonderia a Marcheno (Brescia), scomparso l’8 ottobre del 2015 dall’azienda.
Per la sua morte e per la sparizione del suo cadavere è stato condannato all’ergastolo, in primo e secondo grado, il nipote. Secondo i giudici bresciani Mario sarebbe stato ucciso all’interno del capannone e quindi il suo corpo bruciato nel forno fusorio.
Sulla scomparsa di Mario Bozzoli erano state da subito fugate le ipotesi di un allontanamento volontario o di un suicidio: l’uomo, la sera stessa, aveva telefonato alla moglie per confermarle la cena al ristorante, inoltre, stava aiutando, proprio negli stessi giorni, uno dei figli a concludere i lavori per l’apertura di un centro odontoiatrico di cui attendeva con ansia l’avvio.

mario bozzoli

Nessun motivo, dunque, nè per i familiari nè per gli inquirenti si sparire senza lasciare traccia. Qualche giorno dopo la sua scomparsa, uno dei suoi operai, Giuseppe Ghirardini, venne trovato morto, con una capsula di cianuro  nello stomaco, alle case di Viso, in Valcamonica. Un suicidio che, secondo i giudici, sarebbe dovuto al rimorso o ai sensi di colpa dell’uomo che avrebbe assistito all’omicidio del suo datore di lavoro.
Nel corso delle indagini è stato effettuato anche un esame in un forno fusorio, simulando, attraverso la carcassa di un maiale, gli effetti e le conseguenze della cremazione di un corpo umano e verificare se, bruciando, si formasse quella “fiammata anomala” che venne registrata nella fonderia di Marcheno la notte della scomparsa di Mario Bozzoli.

 

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