Coronavirus, i sindaci bresciani (Acb) scrivono al premier Conte

Chiedono di poter monitorare chi è in quarantena, tamponi tra tutti addetti del Ssn e nuova struttura Covid.

(red.) Gli esperti del Comitato tecnico scientifico lo hanno ribadito parlando dei casi di contagio da coronavirus: attualmente gli episodi ai quali prestare attenzione sono quelli nelle case di riposo e in famiglia. Proprio sui secondi, i 205 Comuni della provincia di Brescia che fanno parte dell’Associazione Comuni Bresciani hanno scritto una lettera condivisa al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alle altre istituzioni. “Oggi c’è la necessità di porre attenzione a consolidare un puntuale monitoraggio dei soggetti in quarantena e in isolamento fiduciario, potenziando le attività di vigilanza anche per i familiari conviventi.

Allo stato – si legge – è da escludersi in ogni caso che possano essere individuate le Rsa o loro reparti, come strutture ove alloggiare pazienti Covid-19 in dimissione o dimessi da strutture ospedaliere visto che in queste settimane sono state rilevate forti difficoltà per quanto riguarda i servizi socio assistenziali domiciliari. Numerose sono le criticità rilevate sul fronte ospedaliero, nonché di quello delle Rsa e dei servizi residenziali per la disabilità, ove il personale risulta essere stato sottoposto a fortissima pressione, a causa dei massacranti turni di lavoro e a un elevato pericolo di contagio, anche per la perdurante difficoltà di reperire e ripristinare con tempestività i DPI, necessari in numero elevatissimo.

In tal senso – continua la lettera – si ritiene che vi sia la necessità d’intervento, che consista essenzialmente nel prevedere e predisporre uno screening/tampone per tutti i dipendenti del servizio sanitario, pubblico e privato, così come fatto per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, estendendo tale pratica anche agli operatori delle Rsa. Anche perseguire con decisione e rapidità la strada della realizzazione di una nuova struttura ospedaliera Covid 19 dedicata nella città capoluogo – termina la lettera – garantendo il suo funzionamento con personale medico e infermieristico ulteriore, rispetto all’attuale organico degli Spedali Civili di Brescia, al fine di ripristinare la normale funzionalità e alta qualità delle prestazioni rese dai diversi reparti e specialità, prima dello scoppio dell’emergenza Covid 19″.

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