L’inno di Mameli? Si studierà a scuola

Sarà reso obbligatorio come materia storica. Bossi: "Spero che non lo cantino i miei figli". E il sindaco di Adro, Lancini: "Una legge non cambia il sentimento della gente".

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(red.) Sostenuto da un gruppo ad hoc su Facebook (1.477 mi piace), recitato dal palco di Sanremo da Benigni, l’inno di Mameli sta per entrare in classe. In maniera obbligatoria. Sono almeno tre anni che ci si prova, ma ora pare che il traguardo sia vicino.
Rendere l’Inno di Mameli obbligatorio a scuola è una delle novità previste (assieme all’istituzione di una Giornata dell’ Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera’) da un provvedimento messo a punto in commissione Cultura alla Camera.
”L’obiettivo”, ha spiegato la relatrice Paola Frassinetti (Pdl), “è far imparare le parole e il senso dell’Inno, che ha numerosi riferimenti storici. Siamo vicini al via libera. Attendiamo il parere della commissione Affari Costituzionali e poi chiederemo la legislativa (una strada che consente di incassare l’ok della Camera senza passare per l’Aula) per velocizzare i tempi”.
Il testo, sul quale c’è la convergenza di tutti i gruppi, ad eccezione della Lega (”spero che non lo cantino i miei figli”, ha detto Umberto Bossi), è la sintesi di due proposte, una targata Pd (del febbraio 2009) e una Pdl (sempre febbraio ma 2011).
Prevede che dal 2012-2013 nelle scuole di ogni ordine e grado, nell’ora di Cittadinanza e Costituzione, siano organizzati percorsi didattici e iniziative per ”suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento” e che, in questo ambito, si insegni l’Inno di Mameli. Non è prevista nessuna nuova festività e nessun nuovo onere, ha assicurato la relatrice aggiungendo che ”si tratta solo di un modo per fare sì che venga spiegato il senso di questi importanti simboli ai più giovani”.
Ma non tutti sono d’accordo. E tra le voci del coro dei “no” c’è anche quella di un sindaco bresciano, già noto alle cronache per le sue battaglie di fede leghista. ”Non è certo obbligando con una legge che si cambia il sentimento della gente”, ha detto Oscar Lancini, primo cittadino di Adro (Brescia), che nella scuola del suo paese aveva fatto mettere il ‘Sole delle Alpi’, simbolo della Lega, il quale è convinto che in tutto il Paese c’è un sentimento antinazionale: ”Solo chi non vuol vedere non vede che c’è questo sentimento. Solo chi non sta con la gente e non conosce i problemi non si rende conto”. ”La gente”, ha aggiunto, “è stanca di pagare perchè a Roma c’è chi ruba i soldi. Ne ha piene le balle, mi scusi per il francesismo…”.

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