Brescia, studenti in fuga dall’insegnamento della religione cattolica

Emerge dal report dell' Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar). Sono quasi 40 mila (il 27,6% del totale) gli alunni delle scuole bresciane che hanno deciso di non avvalersi dell'ora di religione in classe.

Brescia. Gli studenti bresciani sempre meno attratti dall’insegnamento della religione cattolica nelle scuole.
Emerge dal report dell’ Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), in collaborazione con l’associazione OnData del progetto “DatiBeneComune”.
Sono infatti quasi 40 mila (il 27,6% del totale) gli alunni delle scuole bresciane che hanno deciso di non avvalersi dell’ora di religione in classe. Una percentuale superiore alla media nazionale di 15,5%. Brescia si posiziona 13esima a livello nazionale per tasso di non partecipazione all’insegnamento della religione cattolica, con sostanziali differenze però tra città e provincia e tra i diversi istituti scolastici: nei tecnici e professionali la percentuale degli alunni che ha deciso di non avvalersi dell’ora di religione tocca anche il 50%, mentre nei licei la percentuale scende.

La Leonessa viene superata da altre città, dove la soglia supera il 30%: si tratta di Firenze (38%), Bologna (36%), Trieste (33,4%), Prato (33,2%), Gorizia (32,5%) e Aosta (30,7%).
Al Sud, invece, sono pochi i ragazzi che hanno deciso l’ora alternativa a religione: in Basilicata è il 3%, come in Campania, in Calabria il 3,4%, in Puglia il 3,7%, in Molise il 3,9% e in Sicilia il 4,6%.
Ma il record di studenti che ha scelto di non avvalersene è detenuto dall’ Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato Massimo Olivetti di Ivrea (Torino) con 86 studenti su 95, pari al 90,53%.

 

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