La vicenda risale alla fine del 1999, quando – secondo la tesi dell’accusa accolta dal giudice – Manenti, d’accordo con lo sfruttatore rumeno di una 19enne costretta a prostituirsi, aveva obbligato la ragazza ad avere rapporti sessuali con lui in tre diverse occasioni, nonostante la giovane lo supplicasse in lacrime di non farlo e mentre il suo protettore – Mihaita Curecheriu – la teneva ferma.
La ragazza aveva denunciato alle autorità la propria squallida vicenda di violenza e di sfruttamento, facendo condannare un gruppo di malviventi rumeni che l’avevano costretta al marciapiede con botte e violenze di ogni genere, finché lei era riuscita a fuggire.
In seguito, aveva visto su un giornale le foto di Manenti, che era candidato sindaco di Rovato e in quelle immagini dell’uomo politico leghista la giovane aveva riconosciuto "la persona importante" ai cui desideri sessuali gli aguzzini la costringevano a piegarsi. In pratica colui che aveva abusato di lei in almeno tre occasioni. Così aveva segnalato la cosa alle forze dell’ordine.
Secondo la ricostruzione, lo sfruttatore conosceva bene Manenti e voleva tenerselo buono: la giovane era una sorta di "regalo" nei confronti del sindaco.
Dopo l’espulsione dal partito di Bossi, Manenti era stato in corsa a Rovato nel 2002 con la lista “Padroni a casa nostra”. Nel 2007, con “Rinascita Sociale”, aveva appoggiato il candidato sindaco della Casa delle libertà Alessandro Conter (nella foto qui sopra, a destra, durante una manifestazione elettorale con lo stesso Manenti) che lo aveva indicato, in caso di vittoria alle elezioni amministrative, come assessore alla Sicurezza della sua giunta.