La Corte dei Conti (sezione Lombardia), presieduta da Nicola Mastropasqua, con la sentenza pubblicata il 18 marzo, obbliga infatti la restituzione diunaquota di indennità indebitamente percepita. A essere contestati gli emolumenti stabiliti l’indomani delle elezioni per le maggiori cariche cittadine. Nel 2009 infatti i compensi modesti di sindaco e assessori furono più che triplicati fino a raggiungere quote giudicate illegittime dagli stessi giudici.
Se prima il sindaco percepiva netti 800 euro, 320 il vicesindaco e 280 gli assessori, dal 2009 le cifre diventarono ben altre: 2.635 euro al primo cittadino, 1.070 al suo vice e 850 agli assessori, con una spesa pubblica, in piena recessione, non indifferente per il piccolo Comune bresciano. I compensi furono subito decurtati del 30%, a causa dello sforamento del patto di stabilità.
L’esposto alla magistratura risale al 2011 ed è venuto dai banchi di “Lista Civica”. Ne è seguita un’istruttoria e, il 26 settembre 2013, sindaco e giunta sono stati invitati a partecipare ad un’assemblea pubblica durante la quale hanno fornito la loro documentazione in merito alla vicenda. Ora è arrivata anche la decisione della Corte dei Conti: Sora e colleghi dovranno restituire gran parte di quanto percepito.
S. Giacomo, “Sora restituisca i compensi”
La Corte dei Conti ha stabilito che la giunta al governo dal 2009 dovrà restituire gran parte delle indennità triplicate l'indomani delle elezioni.