Morta per overdose, ecco perchè Paloschi non è responsabile

Pubblicate le motivazioni della sentenza che ha assolto il 33enne dall'accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti di Francesca Manfredi, 24enne deceduta nell'agosto 2020.

(red.) Depositate le motivazioni della sentenza con le quali Michael Paloschi è stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti di Francesca Manfredi, la 24enne di Folzano (Brescia) morta nell’agosto del 2020 dopo tre giorni di eccessi consumati insieme con altre persone, tra cui il 33enne che, secondo l’accusa, avrebbe somministrato alla ragazza la dose letale di eroina. La Procura aveva chiesto per Paloschi 12 anni di carcere.
Per i giudici se è appurato che, materialmente, il “buco” nel braccio di Francesca l’abbia fatto lui, iniettandole la dose di eroina, l’uomo non poteva presupporre che l’esito sarebbe stato fatale per la giovane che, già nelle ore precedenti, aveva assunto altre sostanze (un mix di ketamina, antidepressivi e eroina e alcol).
Il “buco”, secondo il giudice, non può essere considerato “lesione”, quindi un’azione illecita voluta poi sfociata nella morte della 24enne e anche la stessa eroina non può essere considerata una “lesione”, in quanto la sostanza causa «un’alterazione del normale funzionale dell’organismo», che non può essere ascritta a “lesioni personali”.
Paloschi, secondo il togato, avrebbe dovuto avere consapevolezza “che il suo comportamento potesse determinare un pregiudizio all’integrità personale” dell’amica e che agisse “per o anche a costo di provocarlo”, cosa che la sentenza non ha rilevato.

E’ stata Francesca, secondo la ricostruzione approdata in aula, a volere provare l’effetto della droga in vena. La 24enne era “consapevole” e ciò “esclude l’antigiuridicità delle lesioni causate da Paloschi”.
Non solo, il 33enne non avrebbe ravvisato nemmeno il pericolo legato alla somministrazione dell’eroina, escludendo quindi anche la colpa.

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