Brescia, droga in carcere: rogatoria internazionale su presunti conti in Svizzera

La Procura di Brescia vuole verificare se i 30 milioni di euro, frutto del sequestro lampo del ragioniere di Silvio Berlusconi nel 2012, siano in una cassetta di sicurezza all'estero, come riferito da un detenuto alla guardia carceraria arrestata nell'inchiesta.

Brescia. Una rogatoria internazionale per verificare l’eventuale presenza di conti in Svizzera, custoditi in una cassetta di sicurezza.
La Procura di Brescia sta indagando ulteriormente sullo spaccio ed il passaggio di denaro e di comunicazioni nel carcere cittadino di Canton Mombello e che ha portato all’arresto, tra gli altri, della guardia penitenziaria Giuseppe Di Leo. Il poliziotto è accusato di aver portato materiale dentro e fuori dalla prigione in cambio di denaro.

Non solo, a Di Leo uno dei detenuti, Francesco Leone, ideatore del sequestro lampo del ragioniere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli, avvenuto nel 2012, avrebbe confidato che in quella cassetta di sicurezza sarebbero custoditi i 30 milioni del riscatto.
La Procura bresciana ora vuole verificare se quel denaro esista davvero. Leone, che per quell’episodio era stato condannato con rito abbreviato a 8 anni e 8 mesi, era poi finito di nuovo nei guai, nel 2019, per il rogo ad un centro massaggi di Desenzano del Garda. L’uomo sarà sentito in questi giorni, insieme alle altre persone arrestate nel corso dell’inchiesta (Sandro Monteleone, Ernesto Settesoldi e Nicolò Fornasari) nell’interrogatorio di garanzia.
Leone, dal carcere, avrebbe anche tentato un’estorsione ai danni di un ex detenuto che non aveva restituito 500 euro legati allo spaccio di droga.

 

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