Decreto superbonus, per gli architetti “approccio sprezzante per il mondo dell’edilizia”

Brescia. Anche l’ordine provinciale degli architetti interviene sul Decreto Sostegni Ter pubblicato il 16 febbraio 2023 che, si legge in una nota firmata dal presidente Stefano Molgora, “rappresenta l’ennesimo approccio sprezzante riservato ai professionisti, al mondo del lavoro e dell’edilizia. Ignorando l’appello del nostro presidente nazionale Miceli che martedì scorso aveva chiesto di riconsiderare i contenuti del Decreto cercando soluzioni alternative e meno traumatiche, il governo ha proseguito nella scellerata corsa alle modifiche iniziata quasi tre anni fa e che ha portato ad oltre 22 variazioni della normativa relativa al Superbonus e ad una valanga di Circolari interpretative ed esplicative a volte persino discordanti”.
“Tradotto: cambia il colore politico ma non cambia il metodo della proliferazione e sovrapposizione normativa dei cambi di rotta e della ricerca di obiettivi elettorali senza una sana programmazione economica e di sviluppo del nostro Paese”, evidenziano gli architetti. “Invece che cercare norme ed incentivi fiscali in materia edilizia che agiscano strutturalmente sul settore per raggiungere obiettivi virtuosi di carattere ambientale e coerenti con la transizione ecologica, si prosegue con il sistema delle misure draconiane dettate da visioni parziali e passionali. A nostro parere era necessario valutare la cessione del credito in altro modo, per esempio tra soggetti sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia o con un sistema di rimborsi scalato nel tempo che avrebbe consentito anche controlli più tempestivi ed, essendo orientato su archi temporali più ampi, anche di evitare rincari dei costi dovuti alla strozzatura delle disponibilità di risorse materiali ed umane. Si poteva pensare ad una premialità per chi questi costi di realizzazione li conteneva trattando uno sconto anziché fissare dei massimali per categorie di lavori a cui, chi era meno caro ha trovato più remunerativo adeguarsi”.
“Il guaio più grande però”, conclude il documento, “è che il contraccolpo derivante da una frenata così repentina rischia di vanificare la crescita avvenuta lo scorso anno o cosa più probabile , riportarci a una situazione di crisi più pesante del 2008. Nel mezzo di questo meccanismo ci siamo comunque noi tecnici e professionisti a cui i cittadini si sono rivolti, con il rischio di contenziosi e contestazioni, di prestazioni professionali eseguite e non pagate (e non pagabili), di responsabilità presunte in una situazione dove rappresentiamo il vaso di coccio tra quelli di ferro”.