Brescia, la denuncia della Garante dei detenuti: “condizioni disumane, 2 suicidi riusciti alla settimana”

Secondo Luisa Ravagnani lo stato attuale delle carceri italiane sarebbe peggiore del 2013, quando l'Italia fu condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. "Ma il problema non è irrisolvibile".

Brescia. Le condizioni di vita delle persone detenute in Italia è insostenibile; e non è un’emergenza, bensì il risultato di scelte precise. Questo è in sintesi quello che ha detto venerdì mattina la Garante dei detenuti Luisa Ravagnani, che ha rilasciato una conferenza stampa insieme alla Camera penale di Brescia ed all’Unione delle camere penali.
L’incontro pubblico si è tenuto di fronte alla sede di via Borgondio. L’argomento di cui si è trattato è stata la recente ondata di suicidi nelle carceri italiane (32 suicidi riusciti nel 2024, vale a dire 2 alla settimana), ma il problema è ancora più vasto.
Le persone detenute vivono in condizioni violente disumane, e nelle stesse condizioni si trovano ad operare i lavoratori dei carceri.

Tra i vari problemi strutturali spicca quello del sovraffollamento. Il tasso di riempimento medio in Italia è del 118,1%, ma queste percentuali sono calcolate sui posti dichiarati ufficialmente, non su quelli realmente disponibili: in Italia 60mila persone sono rinchiuse in 50mila posti letto, di cui però alcune migliaia sono fuori uso.
La Lombardia è la regione peggiore per le persone in carcere, con un tasso di occupazione medio del 147,3%. Canton Mombello è ancora il carcere più stipato d’Italia, con un vergognoso tasso di sovraffollamento del 218,1%.
Ma i problemi non si limitano alla mancanza di spazi. Secondo la Garante, le condizioni detentive nell’Italia di oggi sono peggiori di quelle del 2013, quando lo stato Italiano fu condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per trattamenti disumani con la sentenza Torregiani.

“Lo scorso 18 marzo il Presidente della Repubblica ha chiesto interventi urgenti sul tema dei suicidi in carcere. Ormai non si fa più in tempo ad enumerare i casi di suicidio che si è subito costretti ad aggiornarne l’agghiacciante elenco”, ha dichiarato Ravagnani davanti alla stampa. “La maggioranza dei detenuti vive per oltre 20 ore al giorno in celle sovraffollate. E’ una palese violazione della nostra Costituzione e dell’Ordinamento penitenziario. Tale situazione non è insuperabile”.

“È necessario riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività trattamentali: attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate, anche con l’aumento dei colloqui, delle telefonate e delle videochiamate.
E’ assolutamente necessario aumentare il personale specializzato nelle strutture: psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici. Soprattutto, è necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione.
Sollecitiamo i parlamentari nazionali ed europei, i consiglieri regionali e comunali ed i magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza. Sin d’ora siamo disponibili a incontri con il Ministro della Giustizia, le commissioni giustizia di Camera e Senato e l’Amministrazione penitenziaria”.

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