Venerdì il Consiglio comunale discute il Daspo. Lo sdegno delle associazioni di via Milano

Pubblichiamo integralmente la lettera sottoscritta da Gruppo de noalter, Arciragazzi Brescia, Associazione via Milano 59, Mandacarù, Associazione Srilankesi Brescia, Perlar.

Polizia Locale Brescia Parco rosa Blu

Brescia. Mancano poche ore al Consiglio comunale che discuterà la controversa misura del Daspo urbano. Sulla questione sono intervenute anche diverse associazioni attive nell’area di via Milano: hanno scritto una lettera che qui pubblichiamo integralmente.
Nell’elenco (non definitivo) di realtà che l’hanno sottoscritta ci sono l’associazione via Milano 59, Mandacarù, Associazione Srilankesi Brescia, Gruppo de noalter, Arciragazzi Brescia, Perlar.

“Nei prossimi giorni, il Consiglio Comunale potrebbe approvare e adottare il nuovo Regolamento di polizia urbana proposto dalla Giunta, aggiornando un provvedimento redatto da Fabio Rolfi quindici anni fa.
Il Regolamento estende l’utilizzo dello strumento Daspo Urbano ad intere aree della città, tra le quali rientra via Milano. Questo significa che la polizia locale potrà allontanare, senza processo e a “scopo preventivo”, le persone non desiderate dai luoghi pubblici della città, inasprendo le azioni contro tutti coloro che non vengono considerati “adatti” a vivere nel quartiere “rigenerato”.

La scusa è la sicurezza urbana, intesa come “decenza” e “decoro”, come sempre. Venduto come strumento che garantisce sicurezza, il Daspo proposto dalla giunta Castelletti vede via Milano come un’area insicura, rendendo il Comune un paladino della “bellezza e della civiltà” allontanando le persone sgradite dai parchi, dagli spazi pubblici, dalle strade, attraverso l’azione della polizia locale.
Anche questa volta, in nome del “decoro”, si sterilizza la vita della città impedendo l’accesso libero ai luoghi del quartiere, come se nascondere e scacciare le persone indesiderate fosse una soluzione per i problemi sociali che portano alla povertà, alla marginalizzazione, allo spaccio, all’abuso di sostanze, alla violenza e al disagio familiare.

Queste ragioni le riconoscono anche diversi consiglieri di maggioranza, alcuni hanno già espresso pubblicamente la loro contrarietà alla misura. Inoltre, il nuovo regolamento consegna molto margine di interpretazione ai singoli agenti nel decidere chi e cosa sia “inappropriato” vedere per le strade del nostro quartiere, anche se a dire il vero questo già accade: giusto ieri pomeriggio (23/07), mentre in Commissione Sicurezza si discuteva il testo del Regolamento che verrà presentato al Consiglio Comunale venerdì, diversi adolescenti sono stati fermati e schedati senza motivo dalla polizia nei pressi del cantiere del nuovo teatro.

Il quartiere sta cambiando, e la questione sicurezza sta guadagnando sempre più spazio. Negli ultimi anni abbiamo visto proliferare in via Milano negozi e ristoranti di lusso, appartamenti boutique per affitti brevi, nuove “funzioni urbane” che non si capisce bene per chi siano state progettate.
Intere aree del quartiere sono state strappate agli abitanti, che non possono permettersi di acquistare nulla in quelle attività. Si trovano camere di B&B al costo di 120 euro a notte – più o meno il prezzo mensile di un posto letto in uno dei tanti subaffitti speculativi della via.

Ora che la rigenerazione ha cambiato l’estetica di via Milano, è finalmente arrivato il momento di scacciare coloro che danno fastidio alla vista. Con il Daspo, la giunta nutre quell’idea di “sicurezza” tanto cara alla destra nazionale e nostrana, che privatizza gli spazi pubblici (si veda cosa succede in centro) e rende le città vuote, inaccessibili, soffocate.

Il Daspo NON combatte lo spaccio, il caporalato o lo sfruttamento della prostituzione: il Daspo colpisce gli ultimi che danno fastidio alla vista dei ricchi, dei privilegiati, dei razzisti.
Fiumicello e via Milano sono sempre state zone solidali e accoglienti, che pur nelle mille difficoltà delle sue vite sfruttate, inquinate ed emarginate non hanno mai cacciato nessuno – se non i fascisti, che proprio qui avevano avuto la brillante idea di insediarsi proprio con il compito di “ripulire” via Milano dalle stesse persone che verranno colpite dal Daspo”.

 

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