L’opposizione: “Onoriamo le vittime dei bombardamenti della guerra sulla città”

Il capoluogo subì 52 incursioni aree con 430 morti a causa delle bombe. Il centrodestra chiede alla sindaca di stabilire il 13 luglio di ogni anno come data simbolica per ricordare chi perse la vita nelle incursioni alleate.

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Brescia. Il centrodestra bresciano, su iniziativa del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Carlo Andreoli, ha depositato la mozione per l’istituzione di celebrazioni ufficiali in onore delle vittime dei bombardamenti sulla città durante la seconda Guerra mondiale.
“Furono eventi catastrofici per la città e per l’intera provincia ma che per anni non sono stati oggetto di ricordo da parte di nessuna istituzione”, si legge in una nota. “Il ruolo di una comunità riteniamo sia quello, prima ancora di aprirsi al mondo, di conoscere la propria storia con assoluta onestà intellettuale per non ripetere gli orrori del passato permettendoci, così, di accogliere nella vita di tutti i giorni il valore della Pace. Il mondo sta vivendo un delicato momento internazionale che vede la guerra alle porte dell’Europa e il rischio di una possibile escalation. Proprio per questo, oggi, è importante riflettere sulle conseguenze che i conflitti possono portare sulla popolazione civile”.
“Come opposizione richiediamo che il sindaco stabilisca la data del 13 luglio di ogni anno quale anniversario del bombardamento più cruento che la nostra gente ricordi e organizzi ogni anno nella stessa data, possibilmente di fronte al monumento di Piazza Repubblica, un momento di celebrazione istituzionale in ricordo dei 430 caduti”, concludono i consiglieri d’opposizione in Loggia. “Infine richiediamo di porre in essere azioni di sensibilizzazioni (mostre, musei, percorsi didattici) per condividere questo forte momento di ricordo e di consapevolezza comunitaria.”
Durante il periodo bellico la nostra provincia è stata obiettivo sensibile e al centro del conflitto mondiale. In quel periodo venne meno il confronto tra i soldati dei diversi schieramenti coinvolti cadde, infatti, il confine tra militari e civili subentrando, così, il concetto di “guerra totale”. Nessuna persona poteva sentirsi al sicuro e nessun territorio era salvaguardato dalla guerra.
I bombardamenti resero gli attacchi del tutto impersonali; la morte veniva inferta ai bresciani, ritenuti genericamente nemici. A memoria di ciò, non può essere dimenticato il bombardamento del 2 marzo 1945 dove persero la vita 80 persone. In particolare, quel giorno, venne distrutta la Chiesa di Sant’Afra (oggi, dopo la ricostruzione, Sant’Angela Merici) dove morirono una ventina di fedeli compreso il parroco.
Dopo i primi affondi, a partire dal 1944 gli attacchi si fecero davvero intensi e devastanti. A fine della guerra il solo capoluogo contò 52 incursioni aree, 1.302 vittime in tutta la provincia, 430 in Brescia città e oltre 28.000 feriti.
In città, il bombardamento più devastante, fu quello del 13 luglio 1944 dove 181 ordigni vennero sganciati da una squadra di 126 caccia. Furono colpiti la linea ferroviaria, vari stabilimenti e abitazioni private. L’attacco comportò la distruzione di 300 case e 400 le danneggiate, non risparmiando nemmeno il Duomo. Al termine di questa sanguinosa azione si contarono duecento vittime e centinaia di feriti.
L’unico monumento in città che ricordi questi tragici avvenimenti è quello in Piazza della Repubblica chiamato “La spirale della Memoria”, posto a due passi dall’ex palazzo dei sindacati che tutt’oggi riporta le tracce dei bombardamenti. Un nome attribuito a perenne memoria dei 430 caduti della seconda guerra mondiale. Vittime civili, inermi, senza colpa alcuna.

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