A Brescia i primi sei diplomati del master in Giustizia riparativa e mediazione penale

Obbiettivo del corso dis tudio alla Cattolica di Brescia la formazione di operatori con competenze psicologiche e giuridiche trasversali che favoriscano il dialogo tra vittima e autore di reato,

Brescia. Sono arrivati al traguardo finale del diploma, i primi sei studenti su trenta iscritti al master in Giustizia Riparativa e Mediazione Penale, nato nel campus di Brescia dall’unione di competenze psicologiche e giuridiche nel settembre 2022.
La proposta didattica dell’Università Cattolica del sacro Cuore di Brescia ha cercato di rispondere a un bisogno concreto esplicitato dalla Riforma Cartabia, varata ad ottobre 2021. Ovvero quello di formare operatori con competenze psicologiche e giuridiche trasversali.

Da un lato il rigore scientifico «con docenti italiani e stranieri in grado di trasmettere le conoscenze più aggiornate in materia; dall’altro la traduzione operativa dei modelli d’intervento nell’ambito di progetti sperimentali» spiega Giancarlo Tamanza, direttore del master e professore Associato di Psicologia Clinica della Facoltà di Psicologia.
L’obiettivo è creare un contesto favorevole al dialogo tra vittima e autore di reato, grazie al lavoro di mediatori. Con le competenze acquisite durante il master i diplomati potranno sviluppare interventi di Giustizia Riparativa, soprattutto all’interno di progetti sociali ed istituzionali in collaborazione con le autorità Giudiziarie.

A Brescia, in questi anni, sono già state avviate collaborazioni, ricerche e sperimentazioni in collaborazione con l’Ufficio di Mediazione Penale Minorile. Tra queste il progetto di Trekking Therapy per minori in messa alla prova e il progetto “Giustizia con la R” per vittime e autori di reato.
Il corso è stato organizzato dall’Alta scuola in Psicologia Agostino Gemelli, su iniziativa della Facoltà di Psicologia, in collaborazione con il Centro di Ricerca sullo Sviluppo di Comunità e i Processi di Convivenza (CERISVICO), il Servizio di Psicologia Clinica e Forense del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica e con il Centro Studi Paolo VI “Mai più la guerra”.

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