Pgt, si infiamma il dibattito in Loggia

Iniziato in ritardo per l'assenza della Lega Nord il confronto sul Piano di Governo del Territorio si è subito acceso. Dal Carroccio il veto ad altre moschee.

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(s.s.) La moschea di via Corsica a Brescia non potrà ingrandirsi. Questo è il primo emendamento, presentato dalla Lega Nord ma sottoscritto anche dai capigruppo del Pdl e Udc, a ricevere il voto favorevole dell’aula del consiglio comunale durante la lunga maratona per l’adozione del Piano di governo del territorio.
Il primo emendamento dei circa cento presentati da maggioranza e opposizione è servito alla Lega per bloccare sul nascere qualunque possibilità al centro di culto di allargare del 30% i propri confini.
Nel Pgt compare una riclassificazione della cascina in questione come centro culturale, cambiamento che consentirebbe tale intervento. Così gli esponenti del Carroccio hanno presentato un emendamento per assoggettare anche la cascina di via Corsica 201 ai vincoli di tutela del centro storico assimilandola alla altre strutture analoghe già presenti a sud di Brescia. L’emendamento è passato con i voti della maggioranza, l’astensione del Partito Democratico e il voto contrario della consigliera Donatella Albini di La sinistra l’arcobaleno che ha criticato “questi mezzucci tecnici per impedire in realtà la realizzazione di luoghi di culto islamici”.
Gli altri emendamenti della Lega finora presentati
sono stati trasformati, su richiesta dell’assessore all’Urbanistica Paola Vilardi, in raccomandazioni alla giunta che perciò non richiedono la votazione del consiglio.
In particolare molto atteso era quello sulle grandi superfici commerciali di vendita per la realizzazione delle quali Nicola Gallizioli e i suoi si erano sempre detti contrari. L’emendamento, trasformato in raccomandazione e già accolto dalla giunta, prevede di aumentare il fattore k per gli oneri di urbanizzazione a carico di chi costruisce immobili destinati alla grande distribuzione. “La linea politica che la giunta ha condiviso è quella di agevolare chi costruisce case di pregio o negozi di vicinato piuttosto che la realizzazione di grandi superfici di vendita” ha spiegato il capogruppo Gallizioli.
E se gli emendamenti della Lega sono stati digeriti seppur con qualche acceso scambio di opinioni fra i banchi dell’opposizione e quelli della maggioranza, molto più infuocata è stata l’apertura della seduta al mattino, iniziata con tre quarti d’ora di ritardo a causa dell’assenza proprio dei consiglieri leghisti.
In apertura all’ordine del giorno c’era la votazione, richiesta dal Pd, di una pregiudiziale e una sospensiva proprio sull’assemblea del consiglio. Nella pregiudiziale il principale partito d’opposizione chiedeva la riconvocazione della commissione Urbanistica chiamata a votare la delibera del Pgt a causa del mancato invio di tutti i documenti inerenti al momento della convocazione, 24 ore prima della seduta stessa.
“In allegato alla convocazione c’era solo la delibera e non gli allegati che pure ne erano parte integrante e che venivamo chiamati a votare”, ha spiegato il consigliere Federico Manzoni, “e poiché la convocazione è arrivata alle 17.30 del giorno antecedente la seduta era davvero difficile raggiungere gli uffici presso i quali erano depositate le 800 pagine mancanti per poterle ottenere. Inoltre, dalla convocazione alla votazione seguente, gli allegati sono passati da 201 a 202 senza che nessuno ne sapesse niente, perciò non possiamo valutare come legittimo il voto che c’è stato”.
Oltre al presidente della commissione Marco Toma, che ha respinto al mittente le accuse, ha risposto anche il segretario comunale ricordando che nel regolamento sul funzionamento delle commissioni si parla di “disponibilità dei documenti e non di copia da consegnare ai consiglieri. I documenti, alla data di convocazione, erano già presenti negli uffici e a disposizione”.
Anche la richiesta di sospensiva, così come la pregiudiziale, sono state bocciate dalla seduta, non prima però di un acceso diverbio fra quasi tutti i consiglieri presenti. La sospensiva, presentata da Emilio Del Bono, serviva per riaprire i termini entro i quali le parti sociali “ora che finalmente hanno tutti i documenti a disposizione, possano far pervenire i pareri così come richiesto nella normativa.
Le parti sociali, per loro stessa ammissione, non hanno ricevuto tutti i materiali e quindi non erano nelle condizioni di esprimere un parere esaustivo”. Ma il consiglio ha deciso di procedere con l’ordine dei lavori così come stabilito.

 

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