Formigoni: “Mi attaccano perchè lavoro bene”

Il governatore, in un'intervista a Repubblica, respinge l'idea delle dimissioni. Cristiani "non fa parte della mia componente" e per Nicole Minetti "chiesi a don Verzè".

(red.)”Di questa vicenda che vede coinvolto un consigliere regionale io non porto alcuna responsabilità. E neppure la mia giunta. C’è in corso una speculazione politica, l’han capito tutti: vogliono colpire Formigoni perchè‚ governa bene”.
Cosí in un’intervista a Repubblica il governatore della Lombardia respinge l’ipotesi dimissioni dopo l’inchiesta sulle presunte tangenti a Brescia e l’arresto di Franco Nicoli Cristiani, vicepresidente del Consiglio regionale.
”Il caso piú grave riguarda Penati”, ha detto Formigoni, “il mio concorrente alle ultime elezioni. Poi sono indagati Nicole Minetti e un altro consigliere del Pdl, Gianluca Rinaldin. Punto”.
Non è poco, afferma, perchè‚ ”la politica dovrebbe essere il regno della trasparenza assoluta”, ma ricorda di ”essere stato il primo a denunciare le storture di leggi elettorali basate su listini o listoni nazionali che impediscono alla gente di scegliere”.
Nicoli, precisa, ”com’è noto, non ha mai fatto parte della mia componente. Ho solo accettato l’indicazione del partito”.
Anche sulla Minetti, ha sottolineato, ”quando domandai, mi fu risposto che era una ragazza laureata. Chiesi anche a don Luigi Verzè, che mi diede delle garanzie. Adesso ne sono ancora piú convinto: in politica non ci devono essere privilegiati. Peró voglio ricordare che la responsabilità penale è personale, e in tutti questi casi le responsabilità sono ancora da accertare”.
Il Pirellone ha visto, in 18 mesi, abbattersi diverse bufere giudiziarie: dal coinvolgimento in un’indagine (per bancarotta) di Massimo Ponzoni (Pdl), allora come adesso consigliere segretario, quindi il ciclone Ruby con le accuse di favoreggiamento della prostituzione per Nicole Minetti, l’ex igienista dentale di Berlusconi eletta nel listino bloccato e oggi a processo, poi è toccato a Filippo Penati, anch’egli vicepresidente fino alla scorsa estate, acusato di corruzione da parte della Procura di Monza, ma c’è stato anche il caso dell’assessore allo sport Monica Rizzi per la falsa laurea e per i presunti dossier contro alcuni ex leghisti in occasione delle ultime elezioni regionali quando Renzo Bossi era candidato a Brescia ed, infine, il clamoro arresto del vice presidente del Consiglio regionale Frano Nicoli Cristiani (Pdl).
Sul caso San Raffaele Formigoni spiega che il fatto ”gravissimo” è ”il buco di un miliardo e mezzo”: ”la Regione con quell’ospedale ha rapporti che riguardano unicamente le prestazioni sanitarie”.
Con Pierangelo Daccó, ha aggiunto, ”siamo amici da vent’anni, ma non ha mai avuto alcun incarico dalla Regione. Le indagini della magistratura riguardano i suoi rapporti con quell’ospedale”.
”Abbiamo sviluppato in questi anni la migliore esperienza regionale in Italia”, ha proseguito, “con servizi di altissimo livello e anche dal punto di vista della trasparenza abbiamo messo in moto meccanismi di garanzia, un dato che è chiaro a tutti”. Dunque, in risposta alle richieste di dimissione che ha ricevuto da più parti, Formigoni ha replicato che ”le responsabilità  sono delle singole persone”, mentre ”è una speculazione politica voler colpire l’esperienza politica che guida il governo della Regione Lombardia”.
Alla domanda su chi siano i soggetti che vogliono colpire la regione, Formigoni ha replicato: ”tutti quelli che si sono messi a invocazione le dimissioni e dimenticano che ci sono personaggi indagati e di grandissimo peso anche nell’opposizione”.
Il presidente della Lombardia ha poi ribadito la propria posizione sul fatto che ”non ci sono responsabilità collettive, l’azione della giunta è ineccepibile e virtuosa”.
”Il problema”, ha ribadito, “è uno solo: Formigoni dà fastidio”. La sua ipotetica scalata al Pdl? ”Il 2013 è lontano, quando arriverà il momento deciderò”.

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