La vicenda Cristiani approda al Pirellone

Formigoni riferisce in Giunta sull'arresto del vicepresidente. In settimana interrogati 6 indagati, mentre Legambiente chiede monitoraggi su tutti i cantieri Brebemi.

(red.) Si preannuncia un lunedì movimentato al Pirellone, dopo l’arresto a Brescia del vice presidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, accusato di avere preso tangenti per “ammorbidire” alcuni permessi e concessioni relativi alla realizzazione di una discarica di amianto a Cappella Cantone, nel Cremonese.
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni ha annunciato infatti che riferirà dell’azione della sua Giunta al Consiglio, pur avendo ”già spiegato come le procedure della Regione Lombardia sono state perfettamente tempestive”, ma di avere comunque ”ritenuto opportuno dare al consiglio regionale quei particolari che avevo anticipato alla stampa per chiarire che l’azione mia e della Giunta in questi anni è stata sempre un’azione di contrasto alla malavita”.
Lunedì, dunque, Formigoni, parlerà della vicenda in Consiglio regionale, su cui è tornato a margine dell’inaugurazione dell’Artigiano in Fiera a Fieramilano. Negli anni, ha sottolineato, ”abbiamo messo in campo meccanismi più garantisti rispetto alla stessa amministrazione statale. Tutto avviene alla luce del sole”.
Il governatore lombardo ha anche dichiarato che chi ha chiesto le sue dimissioni lo ha fatto solamente per colpire il suo operato.
La settimana si preannuncia “calda” anche perché, mercoledì sono fissati gli interrogatori di sei persone indagate nella vicenda delle presunte mazzette. Gli indagati che potranno decidere se rispondere al gip, rilasciare dichiarazioni spontanee o avvalersi della facoltà di non rispondere.
Si tratta di Giovan Battista Pagani, bresciano di Pontoglio, “factotum” di Locatelli, Bartolomeo Gregori, Egidio Grechi, consulente ambientale, David Maria Oldrati, consulente di Terra Verde s.r.l. che si è occupato della cava cremonese a Cappella Cantone, Walter Rocca, responsabile dell´impianto di Calcinate e Giorgio Oprandi, consulente di Oldrati. Tutti devono rispondere di violazione dell´articolo 260 del testo unico sull´ambiente.
Gli avvocati di Nicoli Cristiani hanno chiesto gli arresti domiciliari per il loro assistito, misura che è stata rigettata dal gip Cesare Bonamartini.
Per quanto riguarda invece Bartolomeo Gregori, assessore all´urbanistica nella giunta di Telgate, il sindaco del paese della Bergamasca ha deciso di revocargli la delega, mentre il suo arresto ha creato uno scossone all’interno dell’amministrazione e del mondo politico locale.
“Chiediamo un piano straordinario immediato di controlli approfonditi e dettagliati lungo l’intera infrastruttura BreBeMi, in attesa che si faccia chiarezza su tutti gli aspetti della vicenda che ha visto il sequestro di due cantieri dell’opera”. Insiste così Legambiente Lombardia in merito alla vicenda che ha portato all’arresto del vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, di un dirigente dell’Arpa e di alcuni imprenditori che lavorano nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali.
“Chiediamo lo stop di tutti i cantieri e controlli a tappeto lungo tutto il tracciato dell’opera”, ha dichiarato Sergio Cannavò, responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente Lombardia, per scongiurare il rischio di un immenso scempio ambientale fatto di malaffare, corruzione, cemento e rifiuti”.
Legambiente chiede inoltre che “i monitoraggi vengano eseguiti sull’intera tratta dell’autostrada e non solo sui due lotti appaltati alla Locatelli Spa. Se venissero scoperti altri casi di inquinamento si tratterebbe di un danno ambientale gravissimo perché l’autostrada intercetta le falde acquifere di mezza Lombardia”.
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