Bonus bebè, Adro deve risarcire gli immigrati

Il Comune condannato dal Tribunale del Lavoro di Brescia a risarcire otto stranieri che erano rimasti tagliati fuori dal bando. In un caso il provvedimento riguarda il bonus affitti.

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(red.) Dovrà risarcire otto stranieri che non hanno ricevuto il bonus bebè e una donna rimasta esclusa dal contributo per l’affitto.
Il Comune di Adro (Brescia), già condannato dal Tribunale che aveva bollato come ”discriminatori” i due provvedimenti nella parte in cui escludevano gli stranieri dai benefici e già noto per la vicenda della scuola ‘targata’ Lega Nord, ha torto ed ora deve provvedere ai risarcimenti.
E’ quanto ha stabilito il giudice del lavoro di Brescia Maura Mancini, che ha accolto due ricorsi presentati da famiglie di extracomunitari. L’amministrazione, guidata dal sindaco leghista Oscar Lancini, è stata così condannata sia a risarcire i danni a otto stranieri rimasti esclusi dal bonus bebè, che a versare il contributo per l’affitto a una marocchina che ne aveva diritto.
Nel primo caso dovrà versare una somma totale di 2.446 euro (pari al 50% del contributo) ai ricorrenti, otto stranieri che erano rimasti tagliati fuori dal bando per accedere al bonus bebè nonostante la clausola che escludeva gli extracomunitari fosse stata dichiarata illegittima dal tribunale.
La seconda sentenza riguarda una cittadina marocchina, alla quale è stato riconosciuto il diritto di ricevere 524 euro come contributo per l’affitto. In entrambi i casi, quando il giudice aveva condannato l’esclusione degli stranieri dal bonus per i nuovi nati e dai fondi per gli affitti destinati alle persone indigenti, Oscar Lancini attraverso una determina aveva imposto agli italiani di restituire la metà delle somme già ricevute, bloccando i versamenti in attesa che si rimpinguassero le casse comunali. Provvedimenti oggi condannati dal giudice del lavoro.
”La sentenza non ci lascia completamente soddisfatti, perchè non ripristina integralmente la parità di trattamento”, ha commentato Alberto Guarisio, legale degli otto stranieri, “ma conferma che la pervicacia con la quale il comune persegue l’obiettivo di emarginare e discriminare gli stranieri trova comunque un solido argine nelle norme di legge della nostra Repubblica”.
“Il comune di Adro, campione di campagne ideologiche a spese della collettività (anche questa tranche costa 3.800 euro di sole spese legali)”, si legge in una nota della Camera del lavoro di Brescia, “si trova così costretto, ed è la prima volta, ad erogare dei contributi anche agli immigrati. Spiace, ancora una volta, che per vedere riconosciuto un diritto stabilito dalla legge sia stato necessario avviare lunghe e costose procedure giudiziarie. Al sindaco Lancini questo forse servirà a costruirsi le propria carriera politica, certo non è però utile alla collettività e ai cittadini di Adro”.
“Venerdì alle 18”, conclude il comunicato della Cgil, “nell’auditorium della casa di riposo di Adro si terrà un incontro pubblico durante il quale, oltre a illustrare le ultime novità, verrà ribadito l’invito a non restituire le somme per il bonus chieste dal comune e a prendere contatto con la Cgil per l’eventuale tutela legale”.

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