Test a Medicina: il Tar dà ragione agli studenti

Accolto il ricorso presentato dagli aspiranti medici. Per il tribunale i quattro quesiti che presentavano errori costituiscono un danno. Candidati riammessi alla facoltà.

(red.) Vittoria degli studenti, aspiranti medici all’Università degli Studi di Brescia.
Il Tar di Brescia ha infatti dato ragione all’Udu, l‘Unione studenti universitari, che aveva presentato ricorso contro il respingimento dei candidati che avevano sostenuto il test d’ingresso alla facoltà, quiz che però presentavano errori, tanto che quattro quesiti erano stati successivamente annullati.
Il dilemma era: annullare i test e ripetere le ammissioni o integrare la graduatoria come richiesto dai ricorrenti vista l’illegittimità della prova che presentava risposte errate?
Per i giudici di via Zima esiste una “oggettiva alterazione nella modulazione e proporzione del test” e l’ “anomalia registrata” lede dunque “il diritto allo studio costituzionalmente garantito”.
Il test d’ingresso si era svolto il 2 settembre scorso e via avevano partecipato oltre 2 mila candidati. Ma, immediatamente dopo l’apertura delle buste con i quesiti, la commissione si era accorta di alcune incongruenze in quattro domande. Venne così deciso di valutare 76 quesiti e non 80 ai fini del punteggio. Una soluzione contro cui si sono sollevati gli studenti che hanno sostenuto di aver subito un danno, per le diminuite le possibilità di raggiungere la soglia utile all’ammissione.
Per il rappresentante dell’Udu Federico Micheli si tratta di “una vittoria storica” destinata a costituire un precedente e a riaprire il dibattito sulle facoltà a numero chiuso.
Gli fa eco il coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, Michele Orezzi, per il quale la sentenza del Tar costituisce un punto fermo da cui ripartire per valutare il sistema di accesso alle università “chiuse” e  sull’accessibilità al diritto allo studio.
Una cinquantina gli aspiranti medici che, grazie alla sentenza del Tar, possono così iscriversi all’agognato corso di studi.
La difesa dell’operato dell’Università di Brescia (che, lo ricordiamo, compie 30 anni nel 2012) è affidata al rettore Sergio Pecorelli che ha sottolineato come la situazione sia stata prontamente affrontata previa consultazione del ministero e che si è trattato di un errore della società  che prepara i test (la Vest group), cui si appoggiano diversi enti per i concorsi pubblici.
Il Tribunale amministrativo entrerà nel merito della causa all’udienza pubblica del 6 giugno 2012.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.