Rizzi: “Fuori i nomi dei mandanti”

(red.) Dopo la bufera mediatica sollevata da Repubblica sul presunto (e poi rivelatosi inesistente) scandalo dei festini a base di escort e cocaina organizzati da Alessandro Uggeri, compagno dell’assessore regionale Monica Rizzi in cui sarebbe stato coinvolto anche il figlio del leader della Lega, Renzo Bossi, è il tempo della resa dei conti.
Mentre dalle pagine de “Il Fatto quotidiano” il procuratore capo di Brescia Fabio Salamone ha smentito l’esistenza di un fascicolo a carico del compagno dell’assessore camuno, dopo le querele di parte contro il quotidiano diretto da Enzo Mauro, l’esponente del Carroccio vuole conoscere i nomi “ dei mandanti” dell’attacco.
Per Rizzi si tratta di un’operazione “commissionata da qualcuno” per gettare fango su persone perbene.
Le stesse parole usate dal senatùr per commentare il falso scoop.
La prossima mossa per difendere Bossi Jr potrebbe dunque essere quella di inoltrare alla procura di Brescia la richiesta di aprire un fascicolo sulla vicenda.
Una richiesta motivata dal fatto che già tempo prima della notizia apparsa su Repubblica un assessore provinciale l’aveva anticipata ad un esponente del direttivo provinciale di Brescia. Così come ha infatti riferito lo stesso “Trota” rispondendo alle accuse contenute nel pezzo del quotidiano.
Si affilano le lame dunque tra le due sponde del partito, ovvero tra i cosiddetti “cerchisti”, i fedelissimi di Bossi  e i “maroniani” bresciani.